A Chiavari c’è un posto dove con un po’ di fortuna si possono trovare delle vere chicche enologiche a prezzi stracciati.
Il gestore di questa enoteca, un anziano signore dai modi a volte affabili e altri scorbutici, annota tutte le bottiglie acquistate non con chissà quale mezzo tecnologico, ma su dei quaderni che conserva sparsi per il locale e, avendo più magazzini di stoccaggio esterni al locale, a volte ho il dubbio che non sappia nemmeno lui cosa ha in casa e soprattutto ho notato che, spesso, i prezzi ci mettono un po’ più del dovuto ad allinearsi a quelli di mercato.
Per questo motivo tra i suoi scaffali è possibile scovare dei veri e propri affari. Un Barolo Brunate – Le Coste di Giuseppe Rinaldi a 45,00 euro è abbastanza esplicativo? Adesso però non uscire di casa correndo, non ne ha più e comunque non ti dirò di quale enoteca si tratta.
Per l’ultimo #totalblacktonight dell’anno, lì uno dei partecipanti, al quale non finiremo mai di dire grazie, ha recuperato una bottiglia di Barbacarlo 2004 del Comm. Lino Maga a una trentina di euro…
Fermo, è finito anche quello: ti sarebbe piaciuto vincere facile, vero? Ma torniamo a noi.
Il Barbacarlo, I.G.T. della provincia di Pavia rosso da uve Croatina (50%), Uva Rara (30%) e Vespolina, è un vino naturale, da prima del naturale, prodotto in botti di rovere dal Comm. Lino Maga sulla collina, tufacea e scoscesa, di Barbacarlo, nei pressi di Broni in provincia di Pavia. Dopo una lunga battaglia legale (e non solo), il Commendatore ne ha registrato il marchio e ne produce in esclusiva circa 10.000 bottiglie ogni anno.
Già nel 1968 Gino Veronelli ne parlava nel Catalogo Bolaffi dei Vini esaltandone le caratteristiche.
Il 2004 è un vivo vivo, diretto quanto complesso. Intenso, terroso e sanguigno, un qualcosa di unico.
La piccola rifermentazione, un marchio di fabbrica presente in tutte le annate, dopo pochissimo tempo nel bicchiere sparisce lasciando i tannini a nebbioleggiare.
Sì, solo ora capisco veramente cosa intendeva Sandro Sangiorgi quando a Live Wine 2015 ha raccontato che non era raro aprire il Barbacarlo e infilarlo senza dire niente in qualche degustazione langhetta per fare incazzare i presenti.
Infatti sino a quando la bottiglia non è stata scoperta, tutti i partecipanti hanno almeno preso in considerazione la possibilità che nel bicchiere ci fosse un Barolo. Me compreso. Sigh!
Anche la persistenza risulta fuori dal comune e, senza dubbio, ha ancora molti anni davanti.
Insomma, il Barbacarlo 2004 è un vino straordinario, senza tanti altri giri di parole: buono.
Come scrive il suo creatore sul cartellino che abbraccia le bottiglie, per quanto riguarda l’abbinamento, si consiglia di essere in due: la bottiglia e chi la beve.
PS: Lino Maga è morto la notte del capodanno appena trascorso all’età di 90 anni. Mancherà.