Nel corso della visita in cantina, chiaccherando piacevolmente con Maria Teresa Mascarello, la figlia di Bartolo, sono subito rimasto colpito dal fatto che si ricordasse, senza alcuno sforzo,  praticamente tutti i nomi delle attività commerciali che sino a oggi hanno acquistato i suoi vini. Ok, la produzione per la zona non è certo delle più abbondanti, ma ciò nella mia testa ha contribuito a rafforzare il legame tra lei e le sue bottiglie.

Maria Teresa si esprime sicura, spedita, gesticolando molto e senza peli sulla lingua. Capisco che non ama tutto il clamore  sviluppatosi attorno al vino negli ultimi anni, anche grazie a internet, e perciò vorrei limitare il racconto della visita in cantina a qualche immagine che ho scattato nel corso della mattinata passata in questo tempio di Langa.

Esterno Cantina Mascarello

Ufficio Mascarello

Cantina Mascarello

Botte Mascarello

Botti Mascarello

Barolo 1958 Mascarello

Etichette Bartolo Mascarello

Tavolo degustazione Mascarello

Mentre risalgo in macchina, non riesco a smettere di sorridere pensando a un aneddoto raccontatomi poco prima, nel corso della visita.
In passato, se Maria Teresa si crogiolava su questioni riguardanti l’azienda di famiglia, Bartolo, ironicamente, usava ripeterle di stare tranquilla perché “lei avrebbe sempre potuto disporre di un cru unico, lui”.

Foto Mascarello La cantina Mascarello nasce nel 1918 quando Giulio, il padre di Bartolo, abbandona la cantina sociale e decide di mettersi in proprio iniziando ad acquistare piccole porzioni di vigneti a Barolo in Cannubi, San Lorenzo e Ruè. Bartolo entra in azienda negli anni sessanta e continua a vinificare insieme le uve provenienti dai cru aziendali ai quali nel frattempo si aggiunge anche una vigna in Le Rocche dell’Annunziata a La Morra, il paese natale della loro famiglia (più precisamente proveniente dalla Borgata Torriglione). Nel 1993 gli si affianca prima la figlia Maria Teresa e successivamente l’enotecnico Alessandro Bovio. Bartolo ci lascia il 12 Marzo 2005 dopo una vita passata in difesa della tradizione langarola, enologica e non. Usava infatti schernirsi definendosi come “l’ultimo dei Moicani”. Dal 2010 i nomi dei cru che erano sempre riportati in etichetta nel Barolo, a causa delle nuove normative vigenti, sono stati rimossi. La 2014 è stata l’ultima vendemmia del vigneto in San Lorenzo che, dopo 2 anni di riposo del terreno, è stato reimpiantato.

 

Qualche tempo dopo (era il 2017), seduto al tavolo di un’osteria toscana con il compagno di scorribande Matteo Circella, troviamo in carta un suo Barolo 2003 proposto a 70,00 euro. Non sto scherzando. Ancora strabuzzando gli occhi per lo stupore, decidiamo di ordinarlo, ma sfortunatamente l’oste ci informa che non era più disponibile. In fondo a quel prezzo sarebbe stato strano il contrario.
“Se mi lasciate la bottiglia posso però darvi un ’99 allo stesso prezzo…”
Sì, lo so, sembra una presa per il culo, eppure ti giuro che è andata così. Questa foto ne è l’unica prova esistente.

Bartolo Mascarello Cantina - No Barrique No Berlusconi

Adesso vorrai sapere com’era, o sbaglio? Beh, sulla storia di quest’etichetta non basterebbe scrivere un libro, però posso dirti che è risultato talmente paradigmatico per quanto riguarda finezza, profondità e carattere che, probabilmente un po’ troppo da “fanboy”, ci siamo commossi.
Grazie Bartolo, grazie Maria Teresa.

Prezzo in enoteca: 330,00 € ultima annata

 

Cantina Bartolo Mascarello
Via Roma, 19
12060 Barolo (CN)
+39 0173 56 125

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