Montignoso, terra di confine e paese di banditi che difatti, in una sola sera, mi ha rubato il cuore.
Come? Attraverso uno dei suoi ristori, La Sosta, lo spaccio di convivialità nato dove un tempo si trovava il forno di borgata e voluto da Margherita Bacci, la “nipote” della storica – risale al 1925 – e omonima macelleria situata in frazione Piazza a due passi da lì, in via Chiavica. Ma che, intendiamoci, “chiavica” proprio non è. Tutt’altro semmai.
Se per raggiungerlo poi, come il sottoscritto, prima ti perderai in un nugolo di viuzze carrabili, talmente strette da farti dubitare di poterne uscire intero, al traguardo il godimento è assicurato. Non è vero: è comunque assicurato. Certo, magari dipende da cosa tu vai cercando, è un paradiso della ciccia…
Beh, queste sono solo alcune delle fotografie che ho razziato nel corso dell’aperitivo rinforzato, o se preferisci cena, tanto a La Sosta non credo esistano vincoli o differenze in merito, una sera di fine estate, quando l’aria già cominciava a frizzare, accomodato nel grazioso dehors con il mio amico Nessuno.
La proposta “solida”, molto solida, de La Sosta, riportata su di una minuscola lavagna, trova le sue fondamenta nelle carni e nei salumi della macelleria della famiglia Bacci, una scuola d’arte che Margherita stessa frequenta giornalmente prima di vestire i panni serali dell’oste. Una salsiccia cruda talmente buona che non provo neanche a descrivertela, fallirei, un lardo stagionato in conche di marmo che pare burro, un biroldo, il tipico sanguinaccio toscano, dalla texture celeste e il gusto che definire educato significherebbe sminuirlo, degli autentici salami che localmente vengono chiamati mortadelle… Insomma la norcineria ne è il fiore all’occhiello, ma anche il resto, tra carni, crude o conciate, focacce, crostoni e conserve, non scherza. Allo stesso modo di uno o due piatti “caldi” che vengono proposti a rotazione secondo il periodo.
Come faccio a dirlo? In due, praticamente, abbiamo ordinato tutto il menù.
A completare l’offerta una libera e personale selezione di etichette da scegliere a scaffale con la sua dotta complicità. In quel momento mi sono infatti ricordato di averla già incontrata a un paio di eventi Velier, distributore genovese di liquori, distillati e vini dove Margherita ha lavorato in passato. Noi ci siamo accompagnati con il 2020 de Le Trame di Giovanna Morganti (Le Boncie), un millesimo che, mettendo da parte molti degli illuminanti spigoli che hanno costruito la mia memoria di questo vino, delizia il palato con un sorso scuro, ma orbitale, di sinuosa eleganza.
Il servizio? Vediamo, cosa potrei raccontarti? Hai presente gli sketch di Balbontin e Ceccon? Beh, sul finire della piacevole serata, siccome la torta di riso, quella dolce tipica massese, era finita, per sedare un ultimo languorino, ci è stata, tanto gentilmente quanto inaspettatamente, offerta qualche fetta di una pancetta arrotolata stagionata a lungo, così a lungo da strapparmi un sorriso a causa del tempo che mi ci è voluto per riemergere dalle profondità dell’abisso gustativo in cui mi ha trascinato il suo assaggio. Ma d’altronde, come ti dicevo, Montignoso è una terra di confine, mica la mia amata Liguria. Scherzo eh.
La Sosta (della macelleria Bacci)
Via Sant’Eustachio, 2
54038 Montignoso (MS)
+39 342 812 3343
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Piatti alla carta da 6,00 a 15,00 euro, i dolci 6,00
Vini naturali in carta: sì
Nato a Genova non troppi anni fa (più o meno), passo l’adolescenza a chiedermi perché abbia sempre preferito un raviolo cotto sulla stufa a un’exogino, o ancora cosa mi avesse spinto, ancora infante, a scolarmi tutti i fondi di Moscato d’Asti lasciati incustoditi dagli adulti, dopo il brindisi di capodanno, incappando nella mia prima ciucca. Intanto, diventato prima Sommelier Professionista AIS e poi Assaggiatore ONAF, dopo svariate esperienze nel mondo della ristorazione, tra cui il servizio dei vini al ristorante “La Terrazza” del Belmond Hotel Splendido a Portofino, dall’ottobre del 2016 sono entrato a far parte dell’Elenco regionale degli Esperti Degustatori dei Vini D.O.C. presso la Camera di Commercio di Genova per poi bla bla bla… Perdonami, mi sto annoiando da solo. Beh, ti prego di mantenere il segreto, ma sappi che ancora oggi, nonostante sospetti sia colpa degli uomini della mia famiglia, del nonno paterno, commerciante di vino in giro per il nord Italia, di quello materno, agricoltore, combattente e scrittore, e di mio padre, agronomo mancato con il tocco per la fotografia (che io non ho), continuo a chiedermelo qui su Enoplane.com.