Quando si parla di vino uno degli aspetti che mi dà più soddisfazione del viaggio intrapreso su Enoplane è l’incontro con le persone che vi si celano dietro. E i due volti dietro Bossanova mi sono rimasti nel cuore.
Andrea Quaglia e Natalino, Nat per gli amici, Colantonio, musicista il primo e manager d’azienda il secondo, sino a pochi anni fa non si conoscevano neanche. Poi nel 2018, grazie a un amico comune, si sono incontrati in un pub e, iniziando a parlare del più e del meno, hanno scoperto che non era solo la passione per la musica ad accumularli, ma anche quella per il vino.
Fatto sta che dopo poche settimane hanno fondato la loro cantina, Bossanova appunto.
Dove? A casa di Andrea, a Controguerra, in Val Vibrata, partendo dall’ettaro abbondante che suo nonno aveva piantato una cinquantina di anni fa. Su quelle Colline Teramane famose oramai in tutto il mondo per i grandi vini rossi da uve Montepulciano, ma anche per i bianchi, grazie alla personale interpretazione di Emidio Pepe del Trebbiano.

Andrea e Nat
Come li ho trovati? Per caso, mentre ero alla ricerca di qualche cantina “naturale” dove fare tappa per smezzare l’imminente viaggio in Puglia (lo stesso giorno, per farmi un’idea piĂą completa sulla zona avrei dovuto visitarne anche un’altra… ma questa è un’altra storia) , incrociando i loro vini su Instagram. Sì su Instagram, anche se probabilmente farebbe piĂą figo raccontarti una storia del tipo “vagavo per le Colline Teramane e a un certo punto ho sentito una melodia…”. Però non sarebbe molto veritiero, o meglio la melodia l’ho anche sentita, ma solo dopo averli conosciuti e averne assaggiato il vino. E che melodia.

L’affaccio sui vigneti dalla cantina
Qualche tempo dopo l’inizio della loro nuova avventura, Andrea e Nat, frequentando un corso sulla biodinamica, conoscono Michele Lorenzetti, il deus ex machina di Terre di Giotto nonchĂ© enologo che tra le varie collaborazioni, passate e presenti, annovera Josko Gravner, Stefano Amerighi, Fausto Andi, Gianluca Bergianti… e, manco a dirlo, dopo una jam session improvvisata con lui la notte in albergo, iniziano un confronto che giĂ rivela molto dell’idea di vino che hanno in testa. Un vino di territorio che racconti casa, naturale senza compromessi, schietto e diretto, assolutamente un vino vero in grado di colpire il cuore di chi lo beve senza procurare dolore, di condurre l’animo altrove senza che uno se ne accorga. Un vino prodotto seguendo una strada che non è la piĂą semplice, che per essere armonico ha bisogno di tanto sudore e mille genuine attenzioni, ma che quando raggiunge l’ideale immaginato si trasforma in rivoluzione, romantica e apolide. PiĂą o meno come la loro amata musica, in particolar modo come la stessa che dĂ il nome alla cantina, la Bossanova.
Incastonata tra il Gransasso e l’Adriatico, la Val Vibrata rappresenta uno splendido esempio di biodiversitĂ , ricca di ulivi, prati, boschi, seminativi e ovviamente vigneti. Fa quasi sorridere quanta potenzialitĂ ancora inespressa, vitivinicola, ma anche turitisca (se l’uomo e il cambiamento climatico non faranno troppi danni), vi sia racchiusa.
Tutti i loro vigneti si trovano in collina, a una media di circa 250 mt s.l.m. e a ognuno è stato dato un nome: Pietro, Ilaria, Brando, Kamikaze (ovvero un grande salto nel vuoto visto il periodo) e… Slash! Il perchĂ© del nome di quest’ultimo puoi immaginarlo da solo.

Vigna Ilaria (Trebbiano e Montepulciano)
In cantina, anche adesso che gli ettari sono diventati 9 ( sì lo so, sono dei pazzi visionari se si considera la recente formazione aziendale e il periodo pandemico appena trascorso), non c’è spazio per alcuna sofisticazione, non utilizzano legno ma solo vasche di cemento vetricato e stanno testando un’anfora per il Trebbiano. Ciò perchĂ© ritengono che nell’uva di Controguerra ci sia giĂ tutto quello che serve perché si trasformi in grandi vini, di pronta beva quanto da invecchiamento. E infatti Nat mi racconta sogghignando che molti clienti quando assaggiano la riserva di Montepulciano non si rendono minimante conto della sua assenza, ipotizzando addirittura un passaggio in botte grande.
Il resto non sono altro che le solite cose che si scrivono nel raccontare una visita in cantina e che puoi comodamente ascoltare andandoli a trovare. Andrea e Nat saranno felici di accoglierti in quel piccolo angolo di paradiso che hanno la fortuna di poter chiamare casa.
Come? I vini? Sì, hai ragione. Eccoti qualche veloce nota su quelli assaggiati quel giorno. Peccato solo che la riserva di Montepulciano non fosse disponibile.

I vini assaggiati
Trebbiano D’Abruzzo 2020
Un Trebbiano di grande equilibrio e interessante complessitĂ , maturo senza mai essere ridondante, che emoziona con la sua schietta espressivitĂ , sapida e minerale.
Prezzo in enoteca: 22,00 €
Cerasuolo D’Abruzzo 2020
A essere sinceri in cantina non mi aveva colpito granché, eppure riassaggiandolo con calma a casa mi sono innamorato della sua immediatezza.
Il frutto è nitido, il sorso pieno. Dimostra stoffa e chiude con una bella nota sapida.
Prezzo in enoteca: 22,00 €
Montepulciano D’Abruzzo 2019
RusticitĂ e tensione disegnano un’armonia gustativa scura come la notte, a metĂ strada tra la tradizione e la nuova scuola del vibrante territorio abruzzese.
Prezzo in enoteca: 22,00 €
Bossanova
Contrada Pignotto, 87
64010 Controguerra (TE)
+039 346 950 4581
www.vinibossanova.com
PS: adesso ti starai chiedendo che fine hanno fatto i video con il drone, vero? Beh, sfortunatamente, a causa di un “misterioso problema” nell’acquisizione dei file, le foto e il girato di quel giorno non hanno mantenuto una risoluzione sufficiente a realizzarci qualcosa che renda giustizia alla bellezza di questi luoghi. Molte delle riprese erano addirittura inutilizzabili. La quantitĂ di “scazzo” provata quando me ne sono accorto la lascio alla tua immaginazione. Se poi proprio vuoi infierire o pensi comunque di riuscire a farti un’idea, dai un’occhiata qui sotto. Ricordati però di switchare la qualitĂ in 1080p ?
Articolo interessante! Adesso mi è venuta veramente voglia di berli. Un Saluto Caro!
Lo scopo era quello ?