Valter Mlecnik, produttore sloveno della Vipava, ha fatto parte del “gruppo Gravner” assieme a Stanko Radikon, Edi Kante, i fratelli Bensa (La Castellada), Angiolino Maule e molti altri, sino al momento del suo scioglimento avvenuto nel giugno del 1999, quando Josko dichiarò al mondo che, come un alpinista, se voleva arrivare sulla cima della montagna, doveva farlo da solo.
I suoi orange, nonostante le numerose differenze, su tutte la base ampelografica, la macerazione sulle bucce più breve e la scelta di differenti vasi vinari, mi ricordano infatti molto quelli del “maestro”: austeri, solidi e in un certo senso impegnativi come pochissimi altri abbia mai avuto la fortuna di assaggiare.
La cantina di Valter si trova a Volčja Draga, un paesino della Vipava mentre l’uva proviene da vigneti piantati sui pendii delle colline nei villaggi di Bilje e Bukovica, a partire dal 1947 e convertiti in naturale dal 1987.
Tra le sue etichette Valter, adesso affiancato in azienda dal figlio Klemen, ne ha dedicata una a sua nonna Ana con l’idea di produrre un vino alla maniera locale antica, ovvero un uvaggio di Furlanski tokaj (ora Sauvignonasse), Rebula e Malvasia ai quali si aggiunge, a seconda delle annate, un’abbondante percentuale di Chardonnay e che viene affinato in legno grande per quasi due anni, la Ana Cuvée appunto.
Questo 2011 (prezzo enoteca: 36,00 euro/ultima annata), lasciato ad aprirsi per un attimo nel calice, attacca con note di frucca secca e svariate sfumature vegetali: erbacee e floreali. In bocca il gusto mielato si accompagna con una spiccata acidità, lievissima ossidazione e una finissima trama tannica. La struttura incomincia a essere importante, ma soccombe dinanzi a una definita eleganza che ne sancisce la grandezza.
E tu hai mai assaggiato un vino di Valter Mlecnik? Conoscevi già la regione vitvinicola slovena della Vipava?