Una quarantina di vigneron presenti, 10 in più rispetto al 2023, praticamente il doppio dei biglietti stampati, una cospicua quota di giovanissimi, interessati e provenienti da altre regioni, l’ottimo riscontro avuto dall’Après-Ski organizzato la stessa sera per chi aveva ancora voglia di connessioni, tanta buona musica, prima tradizionale, poi elettronica, sono solo alcuni degli aspetti, per certi versi in questo momento storico sorprendenti, anche solo per la, voglio credere sfortunata, concomitanza di un’altra manifestazione enoica tenutasi lo stesso giorno in Valle d’Aosta, che hanno segnato il successo dell’edizione 2024 de La Vague, l’evento, e qui perdonami ma mi autocito, ideato e organizzato dal nostro Edo, di concerto con il Comune di Valtournenche, con il fine di raccontare la scena del vino valdostano, ma non solo, attraverso la passione di un manipolo di artigiani che spinge 365 giorni l’anno cercando di traslare in un calice le proprie origini, la bellezza di un territorio e, non ultima, la fatica di un lavoro, che come saprai già se leggi abitualmente Enoplane.com, non risulta per nulla semplice o da dare per scontato.

LA VAGUE è un tatuaggio, oltre che l'evento principe del vino in VALLE D'AOSTA

Se per Endriu, prima ancora di averla vissuta, “La Vague, oltre a essere un pretesto per scappare qualche giorno dal caldo torrido della Sardegna e l’occasione giusta per conoscere finalmente di persona Edo e Fabrizia, era l’evento, la situazione più ghiotta per scoprire i piccoli artigiani del vino della Valle d’Aosta, regione che ahimè non sono mai riuscito ad approfondire, come peraltro altre zone di montagna ben rappresentate in tutte le sue edizioni, adesso, con trasporto, la racconta così: “Nonostante le mie aspettative fossero molto alte, sono state abbondantemente superate. In primis perché ho assaggiato dei vini veramente, molto, interessanti, vivi, veri… E poi perché l’aria che si respirava il 3 agosto non era simile a quella di una delle tante fiere che popolano il mondo del vino, sembrava più di trovarsi a una festa tra amici, mentre si ascoltavano storie e si assaggiavano vini, tutti, produttori compresi, si stavano divertendo. Ti sembra poco? Certamente anche Cretaz ha aiutato a rendere unica l’atmosfera: quel percorso fatto di vicoletti, percorribili solo a piedi, tra case in pietra e legno, regalava degli scorci incredibili, improvvisi. Persino incrociare gli anziani che la abitano aumentava la poesia del momento. Insomma, devo cominciare a organizzarmi le ferie per l’anno prossimo…

Chi erano quest’anno i produttori valdostani presenti alla manifestazione? Andrea Barbieri, Château Vieux, Gabriella Minuzzo, La Cantina di Cunéaz Nadir, Les Granges, Leffrey, Les Petit Riens, Noussan, Piero Brunet, Priod e Vintage. Completavano la batteria, diversi vigneron amici, qualche artigiano del gusto della zona e una casa editrice indipendente: da Carema e Canavese Luca Gili, Sopravvento, Monte Maletto, Lucci, Figliej, Sorpasso, Kalamass e Ilaria Salvetti, dalla Val Chiusella Valchyara, dalla Val Pontida Le Driadi Slow Farm, Dalla Val di Susa Isiya, dalla Val Camonica Ligabue, da Monteforte d’Alpone Insolente, dalla Valbelluna Casera Frontin, da Farra di Soligo Diotisalvi, da Barbaresco Olek Bondonio, da Montelupo Albese Drink WIne Not Labels, da Ovada Rocco di Carpeneto e Rocca Rondinaria, dalla Toscana Sassopra e Orto del Vicino, dall’Umbria Il Signor Kurtz e Colbacco… Ma appunto anche Lo Barbaboque Ristrò, La Cascina di Mathieu, Altura Trota Alpina, Biscotti di Wanda, Lo Jardin du Tafari, Panificio Roberto Sabolo, Caseificio Valle del Cervino, Atene del Canavese, Minotaurus Cervinia feat. Paolindash e ad accompagnare la giornata di degustazione la musica de I Musicanti Itineranti prima, Matteo Melfa di Sopravvento la sera all’après-ski da Lo Baraquien in località Champlève.

LA VAGUE è un tatuaggio, oltre che l'evento principe del vino in VALLE D'AOSTA - Cibo

Beh, il giorno seguente, essendo davvero curioso circa la prossima edizione, forse un po’ precocemente, ho chiesto a Edo cosa gli frullava in in testa: “Vediamo Andre! Sicuramente l’obiettivo è quello di migliorare sotto diversi aspetti… La logistica in primis. Poi l’idea è quella di ampliarci, siccome Cretaz ce lo permette ancora un po’, sempre nel rispetto di tutti i soggetti coinvolti o presenti sul territorio. Anche oltre. Forse un paio di eventi collaterali… No vabbe’, non voglio mettere troppa carne al fuoco. Meno male che manca ancora un anno!” Insomma, non ha voluto sbilanciarsi troppo.

Sapendo poi che avrei buttato giù qualche riga, mi ha chiesto di ringraziare un’ultima volta tutti i soggetti coinvolti, i volti senza i quali quello che per me è l’evento principe del vino in Valle d’Aosta non sarebbe stato possibile. E quindi ancora il Comune di Valtournenche, gli abitanti di Cretaz, i vigneron, i produttori di cibo, i commercianti, i musicisti, la Pro Loco Coer, tutta, Ludovico Cretier per gli artwork utilizzati nella creazione delle locandine, Tommaso Pession per la mappa, il gruppo di volontari gli amici che hanno prestato servizio (Barbara, Géraldine, Nourie, Katia, Claudio, Gabriele, Danilo, Angelo, Daniel, Roberto, Michele e Yuri), sua moglie, la Chicca – non deve essere stato facile supportare Edo dal 2021, l’anno in cui si è tenuta la prima edizione ad Antey – … Ma anche i molti partecipanti arrivati un po’ da ogni dove: La Vague siete tutti voi. Grazie!

Siccome da quando ci conosciamo, più volte ho sentito Edo pronunciare la frase “Cretaz è un tatuaggio” non ho potuto fare a meno di chiedergli cosa intendesse: “Sì Andre, tra l’altro me lo sono anche tatuato. La frase proprio. Cioè, Cretaz è qualcosa che in me non andrà mai via. Tutte le volte che ritorno lì dentro è come se ritornassi bambino. Mettiamola così: la voglia di portarci qualcosa che veramente mi riguarda, il vino, La Vague, dipende da questo. Di portarlo in una dimensione legata sia alla mia infanzia che alla mia crescita… Perché poi comunque lì ho vissuto 27 anni e per me è il posto più bello del mondo, tutti i miei ricordi passano da lì, sia belli che brutti. Gli amici, le prime… Quindi si è proprio un tatuaggio, qualcosa che non va più via. La Vague non poteva non farne parte.” Ecco, dopo averne vissuto due edizioni, penso proprio di capire cosa possa rappresentare tutto ciò per lui e i suoi amici. E magari non mi farò alcun tatuaggio, però l’anno prossimo, e probabilmente anche quelli a venire, ci vedremo lì, vero?

 

About the Author: Andrea “Enoplane” Penna

Nato a Genova non troppi anni fa (più o meno), passo l’adolescenza a chiedermi perché abbia sempre preferito un raviolo cotto sulla stufa a un’exogino, o ancora cosa mi avesse spinto, ancora infante, a scolarmi tutti i fondi di Moscato d’Asti lasciati incustoditi dagli adulti, dopo il brindisi di capodanno, incappando nella mia prima ciucca. Intanto, diventato prima Sommelier Professionista AIS e poi Assaggiatore ONAF, dopo svariate esperienze nel mondo della ristorazione, tra cui il servizio dei vini al ristorante “La Terrazza” del Belmond Hotel Splendido a Portofino, dall’ottobre del 2016 sono entrato a far parte dell’Elenco regionale degli Esperti Degustatori dei Vini D.O.C. presso la Camera di Commercio di Genova per poi bla bla bla… Perdonami, mi sto annoiando da solo. Beh, ti prego di mantenere il segreto, ma sappi che ancora oggi, nonostante sospetti sia colpa degli uomini della mia famiglia, del nonno paterno, commerciante di vino in giro per il nord Italia, di quello materno, agricoltore, combattente e scrittore, e di mio padre, agronomo mancato con il tocco per la fotografia (che io non ho), continuo a chiedermelo qui su Enoplane.com.

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