Thomas e Meardey sono due ragazzi talmente innamorati del vino che il primo è finito a lavorare da Ostertag e l’altro da Kreydenweiss. Non avendo terreni di proprietà da coltivare inoltre, nel 2017 hanno deciso di acquistare dell’uva proveniente da una manciata di singoli vigneti, coltivati in biodinamica, per vinificarla nella stalla di un amico comune. Così è nato il progetto Soil Therapy, un’appasionata realtà volta a riscoprire le potenzialità di tutti quei territori alsaziani ricchi di storia, eppure tristemente messi in ombra dall’affermazione nel mercato globale del business dei Gran Cru. Nel frattempo hanno appena finito di costruire la loro cantina e gli appezzamenti dove reperiscono l’uva sono diventati dieci.
Lo Schiste 2020 (prezzo enoteca francese: 40,00 euro) è un Riesling proveniente dal lieu-dit “Schieferberg” a Reichsfeld (Alto Reno), un terroir tra i più alti e freddi della regione (400-450 mt slm) decisamente sottovalutato, ma che grazie al lavoro di giovani produttori come Catherine Riss o Arthur Bohn si sta rivelando uno dei più interessanti e caratteristici dell’Alsazia. Infatti i suoli, costituiti da scisto azzurro, una roccia polimorfica localmente nota come “schiste de Villé“, drenano perfettamente l’acqua in eccesso permettendo al Riesling di maturare completamente, senza troppi rischi di marciume. E non è poco.
Raccolto il primo giorno di ottobre, macerato per 24 ore prima di essere pressato delicatamente, fermenta in botti di rovere usate da 228 e 400 litri. Affina sui lieviti per 1 anno ed è stato imbottigliato senza filtrazioni e con l’utilizzo pochissima solforosa. Mantenendo la mineralità e l’aromaticità caratteristiche del Riesling della regione, mi ha colpito con una sconfinata eleganza verticale, per l’idea che ignorantemente avevo del territorio alsaziano davvero sbalorditiva. Trovalo e capirai subito il perché.
E tu conoscevi già Soil Therapy? Hai mai assaggiato un loro vino? Che idea ti sei fatto dei Riesling alsaziani?