Questa volta voglio essere franco (battuta involontaria): pranzare all’Antica Osteria del Mirasole mi ha fatto riflettere sulle guide gastronomiche e i loro premi, anche se in realtà non è che ce ne fosse proprio bisogno. In questo caso sulle due che personalmente ritengo più importanti (e credo che i numeri del caso mi diano ragione): la Guida Michelin per quanto riguarda la cucina in generale e Osterie d’Italia di Slow Food per quella di tradizione. Perché? Perché non risultandomi che nessuna delle due abbia conferito alcun premio alla trattoria della famiglia Cimini, siccome mi viene alquanto difficile immaginare un locale dove io possa godere maggiormente – magari in egual o diverso modo, ma di più proprio no – assaporando i piatti della tradizione bolognese, peraltro spesso elevati a opere d’arte gustativa senza peraltro mai tralasciare il focus sulla sostenibiltà del tutto, mi è venuta un’irrefrenabile voglia di buttarle via entrambe. Peccato solo che non le avessi più acquistate.

Cosa ha originato tutto ciò? Eccoti i piatti che ho assaggiato quella domenica.

Appetizer #1

Appetizer #2

Salumi d’Emilia

Giardiniera

Sformato di verdure di stagione

Cipolla dorata al forno ripiena di fegati di coniglio

Tortellini in doppio brodo di gallina

Tortellini Alla Panna D’affioramento Mirasole ®

Asino (come me che ho cominciato a mangiare prima dello scatto)

Costola di vitella in cotoletta alla bolognese

Patate fritte nello strutto

Verdure fritte nello strutto

Latte ristretto al caramello

Zuppa inglese

Tornando a essere seri, l’unica cosa certa è che all’Antica Osteria del Mirasole sono stato benissimo, come poche volte nella mia vita. La cucina di Franco Cimini mi è parsa una favolosa ode alla convivialità dello stare a tavola e al territorio circostante, una compiuta esaltazione, assolutamente comprensibile, di eccezionali materie prime attraverso il solco della tradizione locale e non solo, un’intelligente passo indietro dell’ego da chef compiuto per massimizzare il risultato gustativo.

E poi sono pure riusciti nella complicata impresa di sdoganarmi la cotoletta alla bolognese. Missione che diversi rinomati locali della medesima provincia, in un passato piuttosto recente, avevano miseramente fallito. Perdonami, ma a un foresto ignorante come me è sempre sembrata un po’ una pasticciata. Adesso mi è chiaro che semplicemente non ne avevo ancora assaggiata una “giusta”.

Il conto non è dei più popolari, ma attenzione, come può esserlo? Anche se ti potrebbe suonare scontato, ricordati che la qualità si paga e comunque non è mica spropositato, anzi. Il menu lascia la possibilità di scegliere quanto spendere agli ospiti e, se solo non fosse così difficile riservare un tavolo con poco anticipo, sarei contento di ripagare, ancora e ancora, ogni briciola di quanto ci è stato servito dall’affabile moglie di Franco, Anna Caretti.

A questo punto, solitamente, dopo averti parlato dei piatti che mi hanno maggiormente emozionato (non credo di dover tessere le lodi dei tortellini alla panna d’affioramento o…), approfondirei il discorso carta dei vini (oltre cento etichette personali e dai ricarichi discretamente sostenuti) per poi descriverti gli interni del locale (caldi, intimi, sanno di storia) e la qualità del servizio di sala (attento e spigliato). Eppure cambierebbe poco, perché l’unica cosa che invece mi viene da dirti è che, nel caso non ci fossi mai stato, dovresti alzare il cXXX e andarci a mangiare. Dopo, se vuoi, avremo tutto il tempo di parlarne e potrai anche ringraziarmi. Perché so che lo farai.

 

Osteria del Mirasole
Via Giacomo Matteotti, 17
40017 San Giovanni in Persiceto (BO)
+39 051 821 273

Piatti alla carta: 10,00/42,00 euro, 8,00/10,00 i dolci

 

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