Se stai leggendo questo post o ieri sera hai partecipato a The Grand Gelinaz! Shuffle Stay in Tour in qualche parte di mondo e stai cercando qualche stimolo per fissare le tue impressioni o ne hai sentito parlare, magari da uno dei tanti articoli pubblicati il mese scorso (qui ne trovi uno interessante, il mio), ti sei incuriosito e vuoi saperne di più.

Se invece hai già fatto i compiti a casa e qualche ricerchina su internet ne avrai lette di cotte e di crude. “La più grande cena globale mai organizzata, un evento imperdibile, l’evento gastronomico più rock del mondo, l’esaltazione della libido culinaria, un’esperienza senza precedenti, un’idea geniale” ma potresti anche essere incappato in valutazioni come “un evento dalla deontologia discutibile perché organizzato da un giornalista che cura le classifiche mondiali, un compitino per gli chef da svolgere  montando un sorriso di circostanza, un’idea che svilisce la ricerca dietro certi piatti, un baccanale per pochi“ e chi più ne ha più ne metta.

Quindi, probabilmente, adesso sarai curioso di capire se per me ne è valsa la pena, vero?

Scusami ma dobbiamo rallentare, ora ti porterò con me nel ricordo della serata di ieri e poi vedremo.
Certo, The Grand Gelinaz! al ristorante Giglio di Lucca (puoi leggere qui il post che gli ho dedicato poco tempo fa) è solo una piccola parte della macchina messa in moto da Andrea Petrini, ma parecchio più esplicativa di quanto pensi.

Dai, lasciami iniziare.

Un’ora e mezza di autostrada sono quel viaggio che romanticamente un’esperienza pregnante richiede, stempera eventuali tensioni preesistenti e alimenta le aspettative: le mie erano altissime.

La sinergia ai fornelli tra Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi mi aveva colpito sin da subito, la giovinezza in un format di questo tipo la considero un pregio quanto la fame, le loro passate esperienze in giro per il globo dovrebbero aver forgiato il giusto scudo per uscire dalla zona di comfort dei propri confini culinari. Ripeto sono in tre, tre belle teste connesse con coraggio e un q.b. d’incoscienza, quando uno riposa  tirano gli altri e quando spingono tutti assieme è musica, magia: ecco il perché della loro scelta tra 148 ristoranti anche se logisticamente i fattibili erano molti meno.

Mi accompagna nell’avventura di questa sera l’altra metà del mio umile palato, il miglior stabilizzatore giudiziale che conosca nonché amica del cuore, da stasera detta “Pula”.

Sì, proseguo.

Piazza del Giglio in versione natalizia mozza il fiato. Quanta luce! Filtra fioca persino all’interno del ristorante.
All’esterno accolgono gli ospiti un trio musicale, un Bloody Mary made by Franklin ‘33, apprezzato cocktail bar cittadino, e le salsicce di cinta senese avvolte nella verza e cotte sugli spiedi di Aurelio Barattini, chef-cavaliere delle tradizioni lucchesi.
Atmosfera e territorio prendono a calci il freddo.

The Grand Gelinaz resoconto

La convocazione é fissata per le 20,00 e le porte del ristorante si aprono mezz’ora dopo.
Dopo un piccolo check all’ingresso, via i cappotti e ci accompagnano subito a uno dei 4 tavoli conviviali composti da una decina di sedute ciascuno.

The Grand Gelinaz Giglio Lucca Festa

L’accompagnamento musicale è sostenuto, nel corso della serata passano i Daft Punk, Celentano, Claudia Mori… molta musica elettronica e diversi pezzi disco revival: chi li ha scelti mi sta simpatico. Dopo lo spaesamento iniziale, funziona. Pula sorride compiaciuta.

La luce in sala è bassa perciò ti avviso che le foto non renderanno giustizia, ma non mi sembrava il caso di tirare fuori led o altro per il bene dei commensali e perché, parliamoci chiaro, voglio godermi la serata.

The Grand Gelinaz Giglio Lucca !!!

Ai partecipanti viene consegnato il menu ricevuto dallo chef misterioso, i MATRIXES:

  • Amuse bouche – Breaded oyster with tapioca and roe
  • Starter – Foie Gras terrine with honey, corn cream and soy sauce
  • First Course – Mushroom consommè
  • First Course – Squid stuffed with gizzards and liver served in kids baking sauce
  • Main course – Sweet potato with toasted local herbs bernaise
  • Main course – Grilled beef with Bras potato
  • Pre dessert – Basil and holy grass sorbet with caramelized red pepper
  • Dessert – Root syrup with fresh ice cream

I REMIXES partono da qui (e per la traduzione dei piatti esiste Google Translate).

The Grand Gelinaz! al risorante Giglio di Lucca

Leggendolo, tu cosa avresti pensato? Chi è il cuoco nascosto dietro a quel pezzo di carta?
Ostriche, foie gras, consommè… la struttura del menu e l’assenza di pasta… volo in Francia dove se non altro Mr. MATRIXES avrà lavorato per diverso tempo.
La tapioca dell’amuse bouche e la mistura di spezie con la crema di mais dello starter sono un chiaro rimando all’America del Sud mentre la holy grass è molto diffusa nei paesi anglosassoni ma su, siamo nel terzo millennio e le contaminazioni sono il nostro pane quotidiano, perciò in questo caso potrebbero non essere così indicative.
La sparo grossa? Dai, tanto è un gioco.
È il menù concepito da Tabata e Ludovic Mey del Les Apothicaires a Lione.
Dopo questa sono in corsa per il premio Vanna Marchi 2019, speriamo bene.
Googlare i piatti sarebbe facile, ma non ne ho voglia.

Se te lo stai chiedendo, per idratarsi stasera si può attingere dalla carta dei vini del ristorante o lasciarsi guidare da un percorso di abbinamenti studiato per la serata (60,00 €/cadauno), fatto di vini naturali e non, cocktails allways made by Franklin ‘33, sakè, arak (o latte di leone, bevanda alcolica tipica della Mezzaluna Fertile)…
Adesso non scenderò nel dettaglio, troverai solo qualche foto; ciò che mi è piaciuto di più lo riproporrò, come di consueto, prima sul mio Instagram e poi sul blog.

Mi alzo per andare alla toilette a scaricare la… tensione e scopro che il corridoio/guardaroba è stato trasformato in un distaccamento del Club to Club dove ospiti e camerieri occasionalmente danzano assieme.

Torno al tavolo canticchiando mentre Pula sorride sgranocchiando il pane spalmato di burro montato al garam masala.
Ci siamo, i camerieri  cominciano a servire il primo REMIX.

Fine della prima parte.

Non ti arrabbiare, questa volta serviranno più parole del previsto.
Vuoi qualche anticipazione? Se mi conosci sai che amo il Bloody Mary, il fuoco mi ammalia quanto il Natale e… sino a qui tutto perfetto, studiato nei minimi particolari.
Non avere fretta, tra poco potrai leggere il seguito e avere delle sorprese, belle o brutte che siano.

PS: se vuoi sapere come è andata a finire la mia esperienza al Gelinaz e vedere le foto dei piatti leggi il seguito qui!

The Grand Gelinaz! al risorante Giglio di Lucca 2

Ma quanto vuoi bene a Enoplane.com?!?

Se la risposta è compresa in un intervallo che varia tra tanto e infinito, per rimanere sempre aggiornato su tutto quello che riguarda il tuo Food & Wine Indie Blogazine preferito, iscriviti alla sua newsletter!

Grazie!

Pin It on Pinterest